Continuano a crescere gli immobili in vendita all’asta: in sei mesi è stato registrato un aumento del 10% nel settore residenziale e del 21% nel settore turistico-ricettivo. E’ la relazione preoccupante presentata dal Centro Studi Sogeea nel rapporto semestrale sulle aste immobiliari in Italia.
Per le case le procedure in corso sono infatti 33.304 a fronte delle 30.215 rilevate a luglio 2016.
Una crescita che accentua la tendenza emersa la scorsa estate quando si era registrato un incremento di oltre il 5% rispetto all’inizio dell’anno.
Il dato più severo emerge nel Mezzogiorno, dove si attesta un aumento del 21%: nella parte peninsulare le case all’asta sono 7.202 a fronte delle 5.949 di luglio 2016, mentre nelle isole sono 4.483 contro le 3.683 del semestre precedente.
Poco meno della metà degli immobili residenziali in vendita (15.749 unità) si concentra al Nord, macro-area in cui l’impennata delle procedure forzate è stata pari al 17% (erano 13.423).
L’unica area in controtendenza è quella del Centro, in cui si registra il segno negativo con una flessione del 18%: le attuali procedure sono 5.870 contro le 7.160 di sei mesi fa.
Un quinto circa degli immobili oggetto dello studio, pari a 6.963 unità, è localizzato in Lombardia. A seguire ci sono il Veneto (3.984 immobili, con un clamoroso +65% rispetto a luglio 2016), la Sicilia (3.572, +25%) e la Campania (2.484, +26%), mentre il Lazio (2.424) è una delle poche regioni a vantare un saldo negativo: le case all’asta sono diminuite del 18%, come in Piemonte (2.055 quelle forzatamente in vendita ora). Sopra quota duemila immobili anche la Toscana (2.267 unità, dato in linea con il precedente di 2.321) e la Puglia (2.247, incremento del 39%). A livello di province invece, spiccano le 1.742 case all’asta di Bergamo, con Roma a quota 1.553 davanti a Verona (1.306), Palermo (1.201) e Napoli (1.033).
“Il quadro che ne scaturisce è ancora più preoccupante rispetto a quello di sei mesi fa – spiega Sandro Simoncini, presidente e direttore del Centro Studi di Sogeea –. Innanzitutto perché si è evidentemente aggravato il numero di proprietari di immobili in difficoltà nel Mezzogiorno, area in cui la crisi dell’ultimo decennio si è andata a sommare a una fragilità economica e sociale che sembra ormai essersi incancrenita. In secondo luogo perché non è azzardato ipotizzare che la stagnazione di medio-lungo periodo possa accentuare il fenomeno nel prossimo futuro. Inoltre – aggiunge Simoncini – anche aree storicamente più solide del panorama economico italiano, si pensi al Nord-Est o al versante ligure, sembrano a loro volta esposte a venti insidiosi: in Friuli-Venezia Giulia, per fare un esempio, le case all’asta sono passate in sei mesi da 100 a 255 e in Liguria sono quasi raddoppiate da 592 a 913”.
Un dato assai indicativo è quello che conferma come sia sempre la fascia di reddito medio-bassa a pagare il dazio più rilevante della crisi: il 68% delle case in vendita ha un prezzo inferiore ai 100.000 euro, percentuale che sale addirittura fino all’88% se si prendono in esame anche gli immobili appartenenti alla fascia tra 100.000 e 200.000 euro. Nella stragrande maggioranza dei casi, insomma, non si tratta certo di abitazioni di particolare pregio.
Tanti impiegati, piccoli imprenditori, artigiani, commercianti, gli stessi che anche nel settore turistico stanno vivendo le difficoltà maggiori. Infatti qui, negli ultimi sei mesi, le procedure in corso che riguardano alberghi, bed & breakfast, motel, campeggi e simili sono infatti 217 a fronte delle 179 rilevate all’inizio di luglio. E la tendenza ha subito una decisiva inversione di marcia, con valori assoluti addirittura superiori a quelli del 2015.
“Mettendosi dalla parte dei potenziali investitori invece – sottolinea Sandro Simoncini – come nel settore del turistico-ricettivo, anche in quello residenziale c’è la possibilità di portare a termine operazioni interessanti. Molti istituti bancari mettono a disposizione strumenti finanziari ad hoc per procedere all’acquisto e i meccanismi di vendita all’asta sono trasparenti e tutto sommato semplici: chi ha disponibilità di denaro può realizzare dei veri e propri affari e c’è sempre la possibilità di farsi seguire da un tecnico o da un professionista del settore per avere la sicurezza di non commettere passi falsi”.