Dopo 6 anni di lavori e 3 anni di chiusura, nell’autunno del 2016 ha riaperto in Toscana a Prato il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, la prima istituzione italiana costruita ex novo per presentare, collezionare, documentare e promuovere le ricerche artistiche più avanzate in ambito internazionale.
I lavori di ristrutturazione e ampliamento
Per garantire la giusta valorizzazione di questo patrimonio, all’inizio degli anni duemila il Centro Pecci ha deciso di raddoppiare la superficie espositiva e, allo stesso tempo, di ristrutturare l’edificio originario progettato negli anni ottanta dall’architetto Italo Gamberini. L’ampliamento è firmato da Maurice Nio, uno dei più originali interpreti della cultura architettonica del nostro tempo. Il progetto di Nio mira a favorire il rapporto fra il Centro e il suo territorio. L’edificio esistente viene integralmente conservato e lasciato intatto in tutti i suoi aspetti. A esso si accosta un nuovo volume a forma di anello che, riprendendo il disegno dell’originario parco circostante, si orienta verso la dimensione pubblica. Il nuovo edificio abbraccia quindi quello originario, donandogli una nuova facciata oltre ad un ingresso tutto nuovo e funzionale.
Il complesso nel suo insieme si estende su una superficie di quasi 10.000 metri quadrati, e oltre agli spazi espositivi ospita un archivio e una biblioteca specializzata, un teatro all’aperto da 1.000 posti, un cinema/ auditorium da 140 posti, uno spazio performativo da 400, un bookshop, un pub/bistrot e un ristorante, oltre a laboratori e varie sale riunioni.
Focus sulla sostenibilità
Il nuovo Centro Pecci non è innovativo solo dal punto di vista architettonico, ma vanta anche soluzioni impiantistiche all’avanguardia e un forte focus sulla sostenibilità. Illuminazione e comfort interno, che compongono le principali voci di spesa energetica di ogni edificio, sono qui stati studiati in modo da offrire l’ambiente migliore ai numerosi visitatori del Centro, ma garantendo allo stesso tempo il minimo impatto sui costi di gestione della struttura e sull’ambiente circostante. Ecco quindi il ruolo di Mitsubishi Electric Hydronics & IT Cooling Systems, con il suo brand Climaveneta, ha fornito le unità per la climatizzazione al rinato Centro Pecci di Prato, in Toscana.
L’impianto di climatizzazione
Dal punto di vista impiantistico l’intervento si caratterizza per la forma singolare dell’edificio, l’ampia presenza di vetrate per l’apporto di luce naturale e la continuità funzionale con il corpo di fabbrica esistente. L’intenso lavoro di preparazione svolto dai professionisti coinvolti nel progetto ha consentito di ottimizzare la posizione delle centrali e dei locali tecnici in generale e di coniugare le esigenze di comfort ed illuminazione.
Il cuore della centrale è composto da 2 pompe di calore polivalenti NECS-WQ 0512 condensate ad acqua controllate da MANAGER 3000, fornite da Climaveneta. Le pompe di calore polivalenti possono funzionare in solo freddo, caldo e freddo simultaneamente o solo caldo, adattandosi alle richieste dell’edificio e dei suoi occupanti, durante tutto l’anno.
Nella scelta delle unità per la produzione di fluido termovettore (acqua calda e refrigerata) i progettisti hanno optato per la soluzione con vettore energetico tutto elettrico da rete, rinunciando alla produzione di energia da fonte non rinnovabile a combustione, sia pure con funzione di solo back-up. Una soluzione questa oggi possibile grazie alla disponibilità di macchine elettriche a ciclo termodinamico affidabili, con funzionamento h24 per 365 giorni all’anno, che consentono di svincolarsi dal generatore di calore a gas di riserva.
“Le pompe di calore polivalenti, sottolinea Dante Di Carlo, progettista dell’impianto di climatizzazione, consentono di semplificare la progettazione d’impianto risolvendo le tradizionali difficoltà di termoregolazione nel funzionamento stagionale, pompa di calore – refrigeratore, e realizzando al contempo un recupero energetico all’interno del sistema edificio-impianto, non attuabile con i sistemi tradizionali. Questo porta vantaggi considerevoli in termini di efficienza energetica e quindi di risparmio nei costi gestionali.”
“Nel caso specifico dell’ampliamento del Centro Museale Pecci conclude l’ing. Di Carlo, è stato possibile selezionare unità polivalenti di tipo acqua-acqua, in assoluto le più efficienti dal punto di vista energetico, grazie alla costruzione di un pozzo artesiano per il prelievo di acqua di falda, ampiamente disponibile in loco”.
Visto l’ottimo risultato conseguito con la tipologia impiantistica adottata, lo stesso gruppo di progettazione, incaricato nella successiva progettazione del restauro e riqualificazione del fabbricato preesistente “Gamberini”, ha posto in essere un programma di sostituzione dei vecchi impianti tradizionali degli anni ’80, ormai obsoleti, per arrivare in prospettiva ad una integrale sostituzione dei generatori energetici esistenti, con unità polivalenti.
Un primo passo in questo senso è stato già stato fatto con il rifacimento della sala auditorium-cinema al piano terra, in cui il nuovo impianto di climatizzazione di tipo autonomo, già funzionante, prevede una pompa di calore polivalente da esterno Climaveneta tipo aria-acqua NECS-Q-0262. In questo caso è stata data preferenza alla sorgente esterna aria ambiente, per motivi di semplicità gestionale anche da parte del soggetto utilizzatore dell’impianto, destinato al solo servizio della sala.
Climaveneta per l’arte
L’esperienza maturata da Climaveneta grazie agli oltre 45 anni di attività nella climatizzazione professionale e ai numerosi impianti realizzati in prestigiosi musei di tutti il mondo le ha consentito di offrire anche al nuovo Centro Pecci la corretta soluzione per rispondere alle esigenze di comfort, efficienza energetica e rispetto ambientale. Nei musei risultano inoltre essenziali aspetti quali il comfort acustico e soprattutto il mantenimento corretto e costante dei livelli di umidità e temperatura impostati, per preservare l’integrità e la corretta fruizione delle opere esposte.
Ecco quindi che il Centro Pecci di Prato si aggiunge alle altre grandi realtà come il Museo del Bicentenario in Argentina, il City Arts Centre in Gran Bretagna, il Museo della ceramica di Triana in Spagna, il Museo di Storia Naturale in Francia e ancora la Fondazione Prada, il Muse e il Museo dell’Alfa Romeo che hanno adottato per la climatizzazione dei loro edifici, nuovi o ristrutturati, le soluzioni Climaveneta.