Presentata la sesta edizione del Rapporto ‘Gli immobili in Italia’, una fotografia della ricchezza, del reddito e della fiscalità immobiliare nel nostro Paese che rappresenta un utile strumento di riferimento per il policy maker. Il Rapporto è stato curato del Dipartimento Finanze del Mef e dall’Agenzia delle Entrate in collaborazione con il partner tecnologico Sogei. Ad illustrare il volume sono intervenute il capo del Dipartimento Finanze, Fabrizia Lapecorella con un video messaggio e il Direttore dell’Agenzia, Rossella Orlandi a cui hanno fatto seguito ulteriori contributi tecnici.
Il Rapporto contiene informazioni dettagliate sulla distribuzione del patrimonio immobiliare al 31 dicembre 2014, sulla situazione immobiliare a Roma, Milano e Napoli, le tre principali metropoli italiane e sottolinea l’evoluzione della tassazione fino al 2016, anno in cui è stata abolita la Tasi sulla prima casa. Importanti capitoli riguardano le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica, che sono state utilizzate da una vasta platea di contribuenti e le agevolazioni in interventi antisismici e la messa in sicurezza degli edifici.
La prima casa di proprietà si conferma il bene più ambito delle famiglie italiane: circa 20 milioni di nuclei sono proprietari dell’abitazione principale, il 77,4% del totale. Il dato è più elevato al Sud e nelle isole (82,9%), vicino al dato nazionale al Nord (75,3%) e più basso al Centro (73,9%). I proprietari di prima casa, oltre 25,7 milioni di contribuenti sono per la gran parte lavoratori dipendenti e pensionati (81,7% dei proprietari).
Dal 2016, con l’abolizione della Tasi sulla prima casa non di lusso, 19,5 milioni di contribuenti sono stati esentati dal versamento dell’imposta sull’abitazione principale per un risparmio medio di 175 euro l’anno. Negli ultimi anni le scelte del governo sono state indirizzate all’utilizzo della fiscalità immobiliare per sostenere i consumi e gli investimenti di cittadini e imprese. Oltre all’abolizione della Tasi sulla prima casa, che ha migliorato i profili redistributivi, la cedolare secca sugli affitti ha fatto emergere base imponibile mentre le agevolazioni sulle ristrutturazioni e l’efficientamento energetico hanno sostenuto gli investimenti delle famiglie e stimolato l’emersione di base imponibile.