Negli ultimi anni Milano si è affermata a tutti gli effetti come smart city europea grazie alla sua capacità di intercettare i vantaggi dell’innovazione tecnologica e applicarli alla progettazione urbanistica e di mobilità, due settori fortemente connessi per la crescita sostenibile della città. Un risultato reso possibile anche grazie alla sinergia tra settore pubblico e privato, frutto di una cooperazione funzionale in grado di dare un’offerta complementare ed alternativa al trasporto pubblico, oltre la nascita di spazi green e zone urbanisticamente riqualificate.
Ed è proprio in questo scenario che – la IV edizione di Citytech, l’evento tra mobilità ed urbanistica – porterà in questi giorni la business community della new mobility alla Fabbrica del Vapore di Milano. Diversi gli interventi di rilievo durante la Sessione Istituzionale: Marco Granelli, Assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Massimo Gaudina, neo eletto Capo della Rappresentanza a Milano della Commissione Europea e Pierfrancesco Maran, Assessore all’Urbanistica del Comune di Milano.
“E’ veramente emblematico poter parlare della città del futuro in una location come la Fabbrica del Vapore – ha esordito Massimo Gaudina, a Citytech per la sua prima uscita pubblica ufficiale – si evince come ci sia continuità tra ciò che c’è stato e ciò che ci sarà, tra vapore ed App, tra passato e futuro. La Commissione Europea è lieta di sostenere Citytech anche quest’anno, un evento che pone un forte accento su temi per noi prioritari quali la digitalizzazione e la trasformazione smart delle nostre città”.
“Ormai bisogna creare sinergie tra chi investe e lavora per le nostre città – hanno continuato gli Assessore Granelli e Maran – e Citytech è un’ottima occasione per capire gli scenari del futuro per quanto riguarda la mobilità ed i modi nuovi per ridisegnare le nostre strade, intersecando due settori che ormai si figurano come assolutamente complementari per riuscire a concepire un centro urbano smart che funzioni”.
Successivamente, durante il panel moderato dal direttore de L’Automobile, Alessandro Marchetti Tricamo, si è tornati a fare il punto sul tema caldo emerso già dalle prime ore di Citytech, ovvero della possibilità di chiudere tutte le città italiane al traffico delle auto private entro il 2030 in virtù di soluzioni alternative e mezzi in sharing. Soprattutto quest’ultimo tema, legato alla condivisione e alla sharing economy, è stato trattato a più riprese nei vari interventi della Sessione Istituzionale. “Bisogna passare alla mobilità 2.0, quella in grado di raccogliere i dati ed integrarli tra le varie offerte creando un tipo di interconnessione orizzontale e non solo verticale” ha affermato Gianluca di Pasquale di EY. “Creare una città veramente intelligente è davvero difficile – ha poi proseguito in proposito Philippe Crist di OECD Transport Forum – ed è assolutamente necessario che ci sia una mobilità nuova in grado, allo stesso tempo, sia di rispondere alle esigenze legate agli spostamenti dei cittadini sia di rispettare l’ambiente e di ridurre le emissioni di CO2. In questo senso lo sharing diventa la parola chiave del futuro, sia per quanto riguarda gli spostamenti pubblici che quelli privati”.
La tavola rotonda è poi proseguita con l’intervento di Carlo Tosti, presidente del TELMA Lab Board, che ha fatto il punto su come ovviare e risolvere i problemi dovuti alla urban sprawl, e successivamente Andrea Cardinali, presidente di ANIASA, ha sottolineato le criticità scaturite dalla crescente mobilità nei centri urbani mentre Mario Tartaglia di FS Italiane ha aggiunto: “Il numero di spostamenti nelle e tra le città sta aumentando a dismisura rendendo la mobilità sempre più complessa – ha affermato Tartaglia – è importante che il sistema di mobilità urbana italiano evolva verso un modello più integrato ed equilibrato, aumentando gli investimenti in innovazioni tecnologiche e promuovendo l’intermodalità tra i vari servizi”.
Il tema dei trasporti integrati, ed in particolare dei mezzi pubblici, è stato ripreso anche da Alberto Zorzan, presidente di ATM Servizi S.p.A., che ha voluto fare il punto anche sull’elettrificazione del trasporto pubblico in ottica del rispetto delle politiche di sostenibilità.
Hanno concluso il workshop Stefano Milanese, Partner di Arthur D. Little, dando degli interessanti spunti sul futuro della mobilità urbana sia per quanto riguarda i veicoli elettrici che per le vetture a guida autonoma, e Carlo Ratti, professore del Mit di Boston e direttore Senseable City Lab che ha sottolineato: “Non c’è una soluzione predefinita alle nuove esigenze di mobilità. Bisogna avere spazi di sperimentazione, concepire l’autonomia non solo legata al concetto di automobile ma a tutto ciò che riguarda la nostra vita. Si pensi ai droni, ai sistemi a due ruote, a dei piccoli pullman o battelli. Tutto potrebbe diventare robotizzato in modo da avere così un impatto importante sulle nostre città e renderle davvero delle smart cities”.