Lacune nella presentazione dei documenti* necessari per procedere con le perizie sui mutui immobiliari e una percentuale rilevante di immobili non conformi sotto il profilo catastale o urbanistico rappresentano un importante freno a una efficiente concessione del credito immobiliare di cui potrebbero beneficiare i consumatori.
E’ quanto emerge da una analisi di ASSOVIB, l’associazione che rappresenta le Società di valutazione immobiliare indipendente in Italia, sulla base dei dati degli associati. Gli associati ASSOVIB complessivamente hanno valutato circa 300.000 immobili di cui circa 65% relativo a valutazioni di immobili oggetto di garanzia ipotecaria in nuove operazioni di finanziamento.
Lo sviluppo di una più profonda cultura e consapevolezza immobiliare in tutta la filiera che comprende proprietari delle abitazioni, agenti/intermediari e filiali bancarie consentirebbe di tutelare meglio sia gli stessi proprietari che il sistema finanziario. Valutazioni immobiliari effettuate in maniera corretta e trasparente – obiettivo perseguito dalle associate ASSOVIB – rappresentano una tutela sia per il sistema creditizio che per i consumatori.
Dall’analisi delle perizie immobiliari effettuate nell’ambito delle operazioni di finanziamento bancario si evidenzia infatti che circa il 44% delle richieste di valutazione viene bloccata dagli organi interni delle società di valutazione iscritte in fase di conferimento incarico perché non vengono forniti i documenti necessari alla redazione della stima.
I tempi medi rilevati per il recupero della documentazione mancante sono mediamente pari a 11 giorni.
Appare, quindi, evidente come la mancanza dei documenti utili alla redazione delle stime determina ritardi nel completamento delle attività e conseguentemente ritardi nel completamento delle istruttorie dei mutui.
La consegna di tali documenti in sede di conferimento incarico consentirebbe di minimizzare il numero di richieste di integrazione documentale e conseguentemente ridurre esponenzialmente i tempi di completamento dell’iter valutativo (e quindi dell’istruttoria mutui).
Un altro dato interessante emerso dall’analisi dei dati comunicati annualmente dagli associati ASSOVIB è relativo al numero di immobili non conformi sotto il profilo catastale e/o urbanistico.
Circa il 17,5% degli immobili non risulta conforme alla verifica tra quanto concessionato e quanto rilevato in sede di sopralluogo. Le difformità rilevate sono spesso collegate a ristrutturazioni con modifiche della distribuzione interna degli ambienti, differenti usi degli ambienti rispetto a quanto autorizzato, ma anche aumenti non autorizzati della volumetria collegati o a verande o nei casi più gravi con le edificazioni di nuove porzioni di fabbricato o la totalità del bene.
Altro dato di rilievo è relativo alle difformità di tipo catastale. L’analisi ASSOVIB, infatti, rileva che circa il 18,5% degli immobili non è conforme sotto il profilo catastale. Questo significa che oltre agli immobili non conformi sotto il profilo edilizio (che quindi non lo sono anche catastalmente), ancora oggi molti proprietari immobiliari non ritengono di procedere alla regolarizzazione catastale dei beni di loro proprietà dopo l’effettuazione di opere edili regolarmente assentite.
In questo contesto le Società di valutazione immobiliare svolgono un ruolo importante per coniugare la tutela dei rischi (con la verifica della documentazione) con l’efficienza dei processi.