La crisi immobiliare, lentamente, si allontana dall’Europa. L’elevata liquidità e i bassi tassi di interesse comportano un crescente afflusso di capitali nell’immobiliare sia da parte delle famiglie che degli investitori istituzionali.
Il 2016 è stato caratterizzato però dalla Brexit, che potrebbe comportare un calo a fine anno del 14% del mercato inglese con conseguenze anche sul fatturato europeo, che diminuisce dello 0,2% a poco più di 700 miliardi di euro.
Ma l’elemento più interessante del 2016 è l’andamento positivo dei mercati del sud Europa. La Spagna cresce del 10,5% e torna ai livelli pre crisi. Il mercato italiano chiuderà l’anno a 121 miliardi di euro, ai livelli del 2010, con un più 3,6%.
Le previsioni realizzate da Scenari Immobiliari, che saranno presentate in apertura del 24mo Forum internazionale che si svolge venerdì e sabato a Santa Margherita Ligure, sono positive anche per il 2017.
“L’anno prossimo – dichiara Paola Gianasso, vice presidente di Scenari Immobiliari – tornerà in territorio positivo anche l’Inghilterra dopo lo sbandamento del 2016 e la crescita sarà più robusta in tutti i Paesi europei.”
Il buon andamento dei fatturati, in quasi tutti i Paesi, dipende dagli incrementi dei volumi, mentre i prezzi sono stabili o negativi, salvo qualche particolare segmento di mercato (come gli immobili nelle top location).
“In Italia – dice Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – le quotazioni medie sono ancora negative (meno 0,8) nel residenziale, con qualche aumento solo negli uffici e nel commerciale di qualità e ben posizionato. Nel 2017 ci attendiamo un ritorno sopra lo zero, ma di poco.”
Negli ultimi cinque anni le quotazioni reali delle case sono diminuite del 10,5% in Italia. Ma, se l’analisi si sposta agli ultimi 15 anni, il risultato risulta positivo con un 9,1% medio, con punte del venti per cento a Milano e Roma.
“È difficile – aggiunge Breglia – pensare a una ripresa robusta dei mercati in questa fase di debolezza dell’economia e di deflazione. Ci sono altri due elementi importanti che bloccano l’espansione e sono il calo demografico e la mancanza di innovazione nei prodotti e nei modelli di offerta dell’industria immobiliare.”