Maria Cristina Mariani Dameno (1924-2020), chiamata affettuosamente e per tutta la vita “Cini”, è stata un’architetta e designer ma anche una staffetta partigiana, una madre, una nonna: una donna indipendente, curiosa e ironica, tagliente e sensibile.
Attraverso i materiali del suo archivio privato e i racconti delle persone che hanno vissuto Cini nella sua complessità, si riscoprono gli aspetti della sua figura e il suo pensiero, che hanno trovato espressione nel suo modo di progettare, su grande e piccola scala. Fotografie, schizzi, appunti, ritagli di riviste, raccontano il profondo legame con la città di Milano, la lunga collaborazione con Marco Zanuso, ma soprattutto l’attività che dal 1963 svolge indipendentemente, come progettista di spazi privati, pubblici, espositivi e di prodotti, pensati a partire dalle esigenze fisiche e psicologiche dell’individuo, per incoraggiarne l’autonomia, nell’ambiente e nelle relazioni. Vede nell’architettura la capacità di “progettare la gioia” e far emergere, nel dialogo con il cliente, le necessità psicologiche che portano a vivere felicemente lo spazio, pubblico e domestico.
La casa che progetta per la sua famiglia in Sardegna, sull’isola di La Maddalena, – chiamata “Bunker” per la sua forma radicale – quando il matrimonio con Renato Boeri si sta esaurendo, è l’architettura che meglio esprime e sintetizza il suo pensiero. Come “una tenda appoggiata sugli scogli”, prevede uno spazio condiviso ma anche stanze “per maturare indipendentemente”, da cui ciascun abitante – i figli Sandro, Stefano, Tito – può accedere al mare: “Favorì i giorni più felici, con assoluta autonomia e contemporaneamente con la gioia di essere insieme”.
Come designer, Cini Boeri sperimenta con i materiali alla ricerca di forme funzionali e inedite, per smitizzare gli archetipi dell’arredamento borghese. Negli anni Settanta progetta il Serpentone, un divano “democratico” vendibile a metri, ed elabora il passaggio dell’artista Christo a Milano impacchettando divani, poltrone e letti: nasce la celebre serie degli Strips.
L’archivio racconta anche il contesto culturale dentro al quale Cini si muoveva, con eleganza e riservatezza, con la curiosità di mettersi in gioco per apprendere il nuovo e cercare di anticipare il futuro, difendendo la propria autonomia, di spazio e di pensiero.
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Il libro Con assoluta autonomia. Cini Boeri è parte della collana Oilà, curata da Chiara Alessi per Electa con progetto grafico di Leonardo Sonnoli, che presenta una serie di brevi biografie ‘antieroiche’ di donne e professioniste del secolo scorso.
Cristina Moro Laureata in storia e critica dell’arte, si occupa della valorizzazione degli archivi di progetto: è curatrice dell’archivio di Michele De Lucchi e dell’Archivio Cini Boeri. Ha lavorato nell’archivio della rivista Domus, per cui cura la rubrica mensile Mnemosine. Storie di oggetti. Collabora con testate di settore dove si occupa di design, architettura, arte, archivi e intervista personaggi legati al mondo del progetto. Ha collaborato a progetti editoriali ed espositivi, come la mostra e il catalogo ragionato Aldo Rossi Design 1960-1994 al Museo del Novecento di Milano; nel 2024 ha curato la mostra Cini Boeri nella Biblioteca del Parco, un progetto dell’Archivio Cini Boeri e Triennale Milano, alla Biblioteca del Parco Sempione, primo appuntamento di un articolato percorso di studio e valorizzazione della figura della progettista milanese.