La ventilazione meccanica controllata (VMC) migliora il comfort, tutela la salute di chi vi abita, permette di salvaguardare il manufatto edilizio e di contenere i costi energetici.
Una specie indoor. Non è sempre stato così come ben sappiamo, ma nel tempo siamo diventati più stanziali, ci siamo protetti dalle intemperie, abbiamo costruito abitazioni per cucinare, dormire, restare al caldo durante la stagione fredda e, da non molto, per stare al fresco quando fuori il clima è torrido. Risultato: oggi una persona di quarant’anni ne ha trascorsi in media 36 al chiuso. Qualche passeggiata in più farebbe solo bene ma sappiamo che alla fine a casa sempre si torna. Siamo diventati indoor, appunto. E buona parte dell’aria che respiriamo è quella dell’abitazione in cui viviamo. Che, quindi, è bene che sia salubre. Non sempre è così, purtroppo: «Da tempo una delle priorità per i professionisti del settore è la riqualificazione energetica, in linea con le aspettative del mercato e con le ultime normative in materia, sempre più stringenti – ricorda Luca Vittuari, direttore generale RBM -. Di qui un’attenzione particolare a isolanti, sostituzione di serramenti, cappotti termici. Ridurre il consumo energetico è sicuramente utile e importante, anche per abbattere i costi e aumentare il valore dell’immobile, ma non è sufficiente: necessaria è infatti un’attenta valutazione del comfort e della salubrità degli ambienti interni».
Una casa può essere efficiente sotto il profilo energetico ma esserlo molto meno in termini di ricambio naturale dell’aria. E pensare che basti aprire la finestra – ancora più in zone nelle quali polveri fini e altri inquinanti atmosferici sono letteralmente di casa – non è sicuramente la soluzione ideale. Negli ambienti chiusi, soprattutto se ben isolati con serramenti performanti, il livello di umidità tende ad essere più elevato e, superata una certa soglia, è più facile la formazione di condensa superficiale o di muffe. La qualità dell’aria non dipende unicamente dalla presenza di sostanze inquinanti (polveri fini e non solo, l’elenco è lungo) ma anche dall’umidità e dalla temperatura interna. Una corretta ventilazione può risolvere il problema e migliorare notevolmente il comfort climatico, impedendo allo stesso tempo la formazione di muffe e, di conseguenza, di danni. «Abbiamo la possibilità di acquistare alimenti sani e biologici – osserva Luca Vittuari -, abbiamo la possibilità di purificare l’acqua che beviamo, dovremmo avere anche l’opportunità di scegliere la qualità dell’aria che respiriamo in casa».
Ma è possibile cambiare l’aria di casa? «Certo che sì – spiega Riccardo Corazza, Product Manager RBM -, con un sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC) si può migliorare il comfort complessivo della casa, tutelare la salute di chi vi abita, salvaguardare il manufatto edilizio e contenere i consumi energetici». Un impianto VMC porta vantaggi sia in inverno – garantendo la giusta umidità ed evitando che l’ambiente riscaldato sia troppo secco – che in estate, dando invece un contributo importante alla riduzione dell’umidità e diminuendo quindi l’effetto calura. Un altro grande vantaggio è la manutenzione dell’impianto, che è estremamente semplice dal momento che è sufficiente sostituire o pulire i filtri all’occorrenza.
Ecco quindi quattro buoni motivi per avere un impianto VMC in casa:
1- migliora il comfort climatico (ed è silenziosa), garantendo la corretta umidità sia in estate che in inverno;
2- tutela la salute, facendo respirare un’aria sana e meno inquinata e allo stesso tempo smaltendo eventuali sostanze inquinanti presenti all’interno dell’abitazione;
3- tutela l’abitazione dalla formazione di muffe, aumentandone il valore nel tempo;
4- dà un importante contributo al contenimento dei costi energetici.
Maggiori Info
RBM progetta e produce componenti e sistemi idrotermosanitari innovativi, finalizzati alla massima efficacia ed efficienza, dai singoli componenti ai completi sistemi per il comfort climatico. L’azienda, che nel 2023 ha celebrato i suoi primi 70 anni di vita, dispone di 5 stabilimenti produttivi ubicati in territorio bresciano, 2 sedi secondarie Europee (Francia e Belgio), 3 filiali commerciali nel Mondo (Paesi Bassi, Australia e Cina), 1 ufficio di rappresentanza in Romania e oltre 300 tra dipendenti e collaboratori. I prodotti sono presenti in 5 Showroom Espositivi Esperienziali in Europa: Brescia, Milano, Bologna (Italia), Genk (Belgio), Aix-en-Provence (Francia). Nel 2023 il fatturato è stato di circa 147 milioni di euro. Tutte le sue attività strategiche sono internalizzate per garantire un maggiore controllo dell’intera filiera produttiva.
RBM è impegnata concretamente per ridurre la propria carbon footprint perseguendo gli obiettivi ESG in ambito ambientale attraverso l’installazione di ben 3 impianti fotovoltaici nei siti produttivi di Nave (BS) che hanno fornito nel 2023 circa il 28% dei consumi di energia elettrica di detti siti, con una riduzione di circa 342 tonnellate di CO2 equivalenti. Contemporaneamente l’azienda ha perseguito un’ulteriore riduzione pari a circa 172 tonnellate di CO2 equivalenti nei confronti del sistema paese, grazie ai circa 670 MWh ceduti alla rete nazionale. Nel 2023, tra l’energia elettrica rinnovabile prodotta e l’energia rinnovabile prelevata dalla rete (49%, preconsuntivo per l’anno 2022 della composizione del mix energetico utilizzato per la produzione elettrica immessa dal venditore), gli stabilimenti RBM hanno potuto contribuire ad una riduzione complessiva di fonti fossili pari a circa 1.235 tonnellate di CO2 equivalente.
(Giacomo Perini)