Nel terzo trimestre 2016 sono stati investiti poco più di 1,7 miliardi di euro nel mercato immobiliare italiano, in crescita del 17% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questi alcuni dati che emergono dalla ricerca di CBRE, sull’andamento degli investimenti nel mercato real estate nel terzo trimestre 2016.
Il volume delle transazioni dei primi 9 mesi dell’anno sale a 5,4 miliardi di euro, superiore del 5% rispetto al dato dello stesso periodo dello scorso anno. A livello europeo invece il volume delle transazioni dei primi 9 mesi è pari a 163 miliardi di euro, in calo del 16% rispetto al dato dello stesso periodo dello scorso anno.
In questo trimestre si registra un’inversione di tendenza per quanto riguarda il capitale domestico che ha pesato per il 51% sul totale degli investimenti, contro il 21 % nel Q2 2016 (+30%).
Nel Q3 il capitale straniero ha rappresentato il 49% degli investimenti totali, con 856 milioni di Euro, in calo del 32% rispetto allo stesso trimestre del 2015.
Per quanto riguarda i settori, il retail ha registrato la maggior quota di investimenti con circa 830 milioni di Euro investiti nel trimestre (+176% rispetto al terzo trimestre 2015), seguiti dal settore uffici che ha raggiunto quota 444 milioni di euro (-36% rispetto al terzo trimestre 2015). Il settore degli Hotel con 285 milioni investiti (+8% sul terzo trimestre 2015) continua ad attrarre una quota significativa di capitali.
Roma continua a riscuotere interesse tra gli investitori, con circa 375 milioni di euro investiti nel terzo trimestre del 2016, in crescita rispetto allo stesso trimestre del 2015 e in linea con il dato di Milano che ha registrato 388 milioni di euro investiti.
Milano, da sempre meta preferita per gli investimenti, nei primi 9 mesi del 2016 ha raggiunto la quota di 1,8 miliardi di euro, con una prevalenza di investimenti nel settore direzionale che ha pesato per il 74% del totale.
“L’interesse per il settore immobiliare si è confermato forte in questi primi 9 mesi – ha sottolineato Alessandro Mazzanti, CEO – CBRE Italia – con un’attività più dinamica se guardiamo al numero dei deal, quasi raddoppiato rispetto al 2015. È interessante notare come il dato italiano sia in controtendenza rispetto a quello europeo, il che dimostra come il ciclo immobiliare italiano sia ritardato rispetto a quello europeo.
L’aumento della quota di capitale domestico investito è indice di un mercato che ricomincia a guadagnare interesse anche agli occhi degli stessi investitori italiani, tuttavia il decremento degli investimenti esteri non è incoraggiante, soprattutto in vista del risultato del referendum che, se negativo, potrebbe non rassicurare gli investitori internazionali.
Constatiamo ancora un forte divario tra rendimenti del prodotto core rispetto agli altri; per questo motivo sarà importante individuare e lavorare su nuove classi di investimento per creare rendimenti apprezzabili anche su prodotti non core.
Il mercato degli NPLs ormai è avviato e, ancora per il 2016/2017, rimarrà un’attività importante per la crescita degli investimenti, così come la dismissione del patrimonio pubblico per cui sarà più che mai strategico trovare il modo per rendere entrambi appetibili agli occhi degli investitori.”