Secondo i dati (stime preliminari) elaborati dall’Istat, nel 2017, in media, i prezzi delle abitazioni (IPAB) diminuiscono dello 0,4% rispetto al 2016, quando la variazione sul 2015 era stata pari a -0,8%, sintesi di un aumento dei prezzi per le abitazioni nuove (+0,1%) e di una diminuzione per quelle esistenti (-0,6%).
Guardando più nel lungo periodo, rispetto al 2010, nel 2017 i prezzi delle abitazioni sono diminuiti del 15,1% (-1,4% per le abitazioni nuove, -20,5% per le esistenti). Una situazione che ha messo in crisi i proprietari degli immobili e che ha spinto Confappi a chiedere un intervento concreto da parte delle istituzioni: “Questa continua flessione dei prezzi – ha sottolineato il presidente di Confappi Silvio Rezzonico – è certamente preoccupante per i proprietari degli immobili, che in molti casi sono costretti a svendere le loro proprietà. Occorre una scossa con interventi fiscali mirati a ripristinare il settore dell’edilizia e il mercato immobiliare”.
Il tasso di variazione acquisito dell’IPAB per il 2018 risulta invece pari a -0,1%. In particolare, nel quarto trimestre 2017 l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, aumenta dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e diminuisce dello 0,3% nei confronti dello stesso periodo del 2016.
La flessione è dovuta al calo dei prezzi delle abitazioni esistenti (-0,5%, in attenuazione da -1,3% del trimestre precedente) mentre quelli delle abitazioni nuove rallentano, registrando una variazione nulla (da +0,5% del terzo trimestre).
Il differenziale in valore assoluto tra la variazione tendenziale dei prezzi delle abitazioni esistenti e quella dei prezzi delle abitazioni nuove si conferma negativo seppure in riduzione (-0,5%, da -1,8% del trimestre precedente).
Su base congiunturale il lieve incremento dell’IPAB è dovuto unicamente ai prezzi delle abitazioni nuove (+0,7%) mentre quelli delle abitazioni esistenti risultano stabili. I prezzi sono in discesa da sei anni, anche se la diminuzione registrata nel 2017 è la più contenuta dal 2012.