Assicurare l’accesso al bene casa a quella fascia dei cittadini che non se lo può permettere e non rientra più nemmeno nei requisiti per accedere alle case Ater. E’ questo lo scopo degli interventi della cosiddetta social housing, l’edilizia a canoni concordati e calmierati nella quale rientrano i 56 alloggi che saranno realizzati a Udine, nell’area già occupata dai fabbricati di edilizia popolare destinati ai ferrovieri.
Nel cantiere già avviato dove sorgeranno le due palazzine, pronte nel 2018, l’assessore regionale a Infrastrutture e Territorio, Mariagrazia Santoro, ha compiuto un sopralluogo assieme al sindaco della città, Furio Honsell, ai tecnici e ai rappresentanti della Finint (Finanziaria internazionale investimenti) e della Cassa depositi e prestiti che sono i partner della Regione per la costituzione del Fondo Housing Sociale FVG, il primo realizzato nel Friuli Venezia Giulia con lo scopo di mettere a disposizione dei cittadini aventi diritto complessivamente 720 alloggi.
Le due palazzine di via Lumignacco saranno di classe A3, quindi di alto livello rispetto al risparmio energetico. “Ciò – ha precisato Santoro – rappresenterà un ulteriore vantaggio per i locatari attraverso il risparmio nelle spese di riscaldamento e di raffrescamento dei locali”.
“Anche questo intervento di social housing – ha aggiunto l’assessore – ha le sue motivazioni nelle attese dei cittadini rispetto al mercato della casa, che anche a Udine è caratterizzato da prezzi di acquisto alti, così come spesso alti sono gli affitti degli alloggi disponibili”.
Per questo tipo di intervento, ha detto Santoro, è stato compiuto un salto di qualità e di carattere culturale anche da parte della Regione in quanto, per poter produrre gli effetti attesi, le operazioni di social housing richiedono una particolare flessibilità da parte della Pubblica Amministrazione.
A questi alloggi, che saranno assegnati attraverso un apposito bando, potranno accedere anche i cittadini che hanno superato, per reddito familiare, la soglia dei 33mila euro fissata per avere diritto alla casa Ater.
Inoltre, com’è stato specificato, in futuro essi potranno anche riscattare alcuni degli alloggi, recuperando una formula che aveva riscosso successo negli anni del dopoguerra.