Con il risultato positivo del 2019 (+2,7%), ottenuto grazie al traino delle esportazioni (+3,7%), l’industria italiana delle tecnologie per la lavorazione del vetro conferma il trend di crescita che la vede protagonista da un decennio raggiungendo in valore assoluto, anche per effetto della revisione dei codici doganali utilizzati per l’indagine, un fatturato complessivo che supera i 2,3 Miliardi di Euro.
Stabili le consegne dei produttori italiani sul mercato interno (+0,1%) che ammortizzano meglio delle importazioni (-1,2%) la lieve contrazione del mercato nazionale (-0,4%). La crescita delle esportazioni e la contestuale diminuzione delle importazioni fanno molto bene al saldo della bilancia commerciale del settore (+5,4%) che, attestandosi a oltre un miliardo e duecentosettantacinque milioni di Euro, rappresenta quasi il 55% del fatturato: “vale a dire che per ogni Euro investito nel settore contribuiamo con 55 centesimi di saldo positivo alla bilancia commerciale del nostro paese – ricorda il riconfermato Presidente GIMAV Ing. Michele Gusti – sarebbe opportuno che chi decide le politiche economiche e industriali del nostro paese tenesse conto di quest’eccellenza premiandola di più!”
Molto positivi, ed entrambi in crescita, anche gli indicatori di competitività del settore che, con una quota di export su fatturato del 72,2% e il presidio del 61,3% del mercato nazionale, si posiziona con ampio margine nell’area che contraddistingue le eccellenze nazionali. In crescita anche il fatturato medio per addetto (+2,5% sul 2018) che sfiora 300.000 €.
Dati positivi, dunque, per il settore nel complesso ma non distribuiti in modo omogeneo nei tre comparti che lo costituiscono.
Le tecnologie per la lavorazione del vetro piano, infatti, cedono 1,3 punti percentuali rispetto al 2018 per effetto di perdite contenute nelle esportazioni (-0,5%) e più marcate (-3,2%) nelle consegne sul mercato interno, del rallentamento del quale (-3,3%), tuttavia, hanno risentito ancor più le importazioni del comparto (-4,4%).
Risultati diametralmente opposti per le tecnologie per la lavorazione del vetro cavo che nel 2019 guadagnano quasi 30 punti percentuali rispetto al 2018 grazie a performance eccellenti sia sui mercati esteri (+31,8%) sia su quello nazionale (+17,2%). A conferma della dinamicità del mercato nazionale (+9,9%), nel 2019 crescono anche le importazioni del comparto ma in misura decisamente più contenuta (+6,4%).
Stabili le performance per “accessori e altre tecnologie”, che compensano le prestazioni negative sui mercati internazionali (-0,9%) con una buona crescita sul mercato nazionale (+2%) intercettando la domanda dei costruttori italiani molto meglio di quanto non hanno saputo fare i concorrenti stranieri, come attesta il calo delle importazioni di 2,5 punti percentuali.
LE PREVISIONI PER IL 2020 E GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA DA COVID-19
Anche quest’anno, come consuetudine, l’Assemblea degli Associati GIMAV è stata l’occasione per fare il punto sulle previsioni per l’anno in corso e per condividere i risultati dell’indagine qualitativa congiunturale 2020 elaborati in forma percentuale aggregata.
Prima dell’emergere della pandemia da COVID-19, le Aziende Associate avevano fornito una proiezione dei risultati del settore molto positiva: nel complesso (Italia ed estero) ben l’ 86,4% delle Aziende intervistate prevedeva una crescita e il restante 13,6%, non prevedeva, comunque, alcuna contrazione.
Nel dettaglio poi, le previsioni di crescita salivano fino al 91,3% degli intervistati considerando i soli mercati esteri (l’8,7% li prevedeva comunque stabili), mentre si attestavano su un “più contenuto” 76,2% per il mercato interno, che veniva previsto stabile dal 19% degli intervistati e in riduzione dal restante 4,8%.
Tuttavia, gli effetti della pandemia hanno profondamente modificato gli scenari del settore e ciò ha reso impossibile fare
previsioni attendibili sull’andamento nel 2020, anche al netto di ulteriori evoluzioni della situazione comunque ancora possibili.
Per fornire un utile contributo in tal senso, la relazione di settore è stata integrata con i risultati dell’indagine che ne fotografa la situazione nel corso della pandemia: considerando che nel 2019 i mesi di marzo, aprile e maggio, hanno contribuito al risultato d’anno per oltre il 26% del totale, in pieno lock-down il 43% delle Aziende era del tutto inattiva e, tra le Aziende attive, il 65% ha dovuto comunque fermare del tutto la produzione. Inoltre, ben il 71% delle Aziende del settore ha dovuto fare ricorso alla Cassa Integrazione per almeno il 70% della forza lavoro.