Camuna Prefabbricati nasce nel 1956 ed oggi dispone di una struttura operativa, con impianti e macchinari all’avanguardia e professionisti altamente specializzati nella progettazione e nella realizzazione di strutture prefabbricate.
La qualità dei prodotti, la soddisfazione del cliente il rispetto degli impegni e delle tempistiche sono le fondamenta su cui si basa l’approccio al cliente. Alta professionalità, motivazione e un servizio assolutamente tailor made sono caratteristiche che hanno permesso a Camuna Prefabbricati di diventare in oltre 60 anni di attività un punto di riferimento autorevole del settore della prefabbricazione.
La lunga esperienza ha fatto conoscere a fondo le migliori tecniche di prefabbricazione e oggi l’azienda è in grado di offrire una gamma completa di prodotti diversificati, articolata su tre linee principali: prefabbricati industriali, prefabbricati civili, e prefabbricati speciali.
La produzione aziendale occupa oggi un’area di 40.000 mq, di cui 15.000 coperti e il secondo step dell’espansione aziendale avviene con l’acquisizione della Guerrini Prefabbricati, importante realtà della prefabbricazione del nord ovest d’Italia.
L’importanza di questa nuova acquisizione sta soprattutto nel posizionamento strategico degli stabilimenti che permettono di servire tutto il nord Italia e anche mercati esteri come Francia e Svizzera.
“L’innovazione è una necessità, per le imprese italiane – ha sottolineato Giovanni Spatti, Ad di Camuna Prefabbricati, nel corso di un evento a Brescia per festeggiare i 60 anni dell’Azienda – ma non solo. Il nostro paese è privo di materie prime, il costo del lavoro è elevato e la tassazione tocca livelli altissimi, l’unico modo di sopravvivere è innovare al fine di essere competitivi sul mercato globale, con concorrenti spesso avvantaggiati dal punto di vista delle condizioni sopra citate. La strada dell’innovazione è un percorso lungo, a più fasi bisogna avere la capacità di leggere e capire una necessità o un problema, bisogna poi intuire come risolverlo o come soddisfare la necessità, con metodi, materiali e tecnologie nuove, efficienti e sostenibili da un punto di vista ambientale. La terza fase è quella della concretizzazione dell’idea, in un prodotto, in un materiale, in una tecnologia in grado di essere, sul mercato, a beneficio di tutti. E’ chiaro che per le prime due fasi ciò che conta è la capacità di analisi, di studio e di interpretazione dei bisogni di un mercato, con il sostegno dell’intuizione e della capacità di dare risposte (qui la scuola dovrebbe svolgere un ruolo fondamentale), ma nella terza fase, ha concluso Spatti, invece è necessario il contributo del mondo del credito o delle imprese manifatturiere private, che fanno propria l’idea e la trasformano in prodotto, materiale o nuova tecnologia”.