Mestre si guarda allo specchio, lasciandosi giudicare dall’occhio attento dei suoi cittadini. 25 manifesti che ritraggono alcune tra le principali trasformazioni del profilo urbano di Mestre punteggeranno gli angoli e le strade della città, dando vita a una mostra a cielo aperto. L’iniziativa è ideata, curata e realizzata dalla Fondazione di Venezia, con lo scopo di incoraggiare i cittadini a conoscere e riconoscere le nuove proposte e i nuovi progetti che hanno interessato e stanno interessando lo sviluppo urbano di Mestre, superando il cliché di città “dormitorio” o città di “passaggio” verso Venezia e offrendo una lettura innovativa del tessuto urbano.
Gli scatti sono realizzati da Alessandra Chemollo, nota fotografa veneziana da lungo tempo dedita a ritrarre architetture, e sono accompagnati dallo slogan “Mestre, una città che cambia”. A ogni manifesto, della grandezza di 1,40 x 2 metri, sono associati il volto e le parole dei mestrini, che si soffermano sui principali cambiamenti urbani o sull’evoluzione dei luoghi della memoria della città. Una selezione delle fotografie più significative compare, infine, sulla recinzione in legno posta a protezione degli accessi al cantiere di M9 lungo via Poerio.
«Far maturare una nuova immagine della Terraferma veneziana è uno dei temi centrali della missione della Fondazione e siamo impegnati a sostenere il lavoro delle pubbliche amministrazioni e le idee dei cittadini che sono orientate in questa direzione – dichiara Giampietro Brunello, presidente di Fondazione di Venezia – Mestre è una città che ha un grande potenziale di sviluppo. Dobbiamo solo acquisirne consapevolezza e valorizzare, con lungimiranza, quanto di unico questa città è in grado di dare». La stessa Fondazione di Venezia è impegnata sulla città anche attraverso la realizzazione di M9, che rappresenta una delle offerte più innovative nel panorama culturale nazionale, il primo spazio interamente dedicato alla storia del ‘900 italiano, e un ambizioso progetto di rigenerazione e rivitalizzazione degli spazi urbani.
«Questa campagna fotografica – continua il presidente Brunello – è stata progettata per coinvolgere la città e i suoi cittadini, che in M9 vogliamo abbiano un ruolo attivo. È la prima di una serie di azioni di “developing audiences” che abbiamo in animo di realizzare lungo tutto il 2017 e fino all’inaugurazione di M9, proprio per presentare l’iniziativa alle comunità locali e creare e alimentare una relazione intensa tra M9 e chi abita Mestre. Perché crediamo che M9 debba essere parte della comunità, debba essere un luogo vissuto, legittimato e rilevante per chi vive questo Territorio”.
Nei 25 manifesti i mestrini potranno riconoscere il volto di alcune concittadine e alcuni concittadini coinvolti occasionalmente nell’iniziativa: professionisti, negozianti, operai, docenti, giornalisti e artisti della città. Nei loro giudizi si ritrova una lettura a tratti benevola e a tratti spietata, ma sempre costruttiva, della città. Alcuni ne esaltano gli aspetti più peculiari: “Mestre è una città viva che mi porta ovunque”; “Non c’è città in Italia che negli ultimi 20 anni sia cambiata quanto Mestre”. Altri si soffermano sui elementi che contribuiscono ai ben noti luoghi comuni: “Mestre è una grande incompiuta”. Altri ancora propongono un’angolatura diversa: “È bella, basta saperla leggere”; “Mestre non è un confine. È un compromesso e una risorsa”; “Il nostro potenziale di sviluppo va solo riconosciuto in una visione ‘mestrevigliosa’”.