La Giunta del Comune di Padova ha approvato il progetto esecutivo per il restauro di un importante edifico all’interno del complesso dell’ex Macello di via Cornaro che sarà così messo a disposizione delle Associazioni per lo svolgimento di attività nell’ambito dell’iniziativa Padova beni comuni.
L’investimento necessario al completo restauro conservativo dell’immobile è di 568.000 euro interamente messi a disposizione dal Comune. I lavori dopo la gara che entro tre-sei mesi andrà ad individuare l’impresa incaricata, dureranno circa 7 mesi, per cui l’immobile sarà disponibile tra circa un anno.
L’edificio ha una superficie di 232 mq e si sviluppa su tre sale rispettivamente di 68, 44 e 65 mq. Con altri vani dedicati ad uffici e servizi. I lavori interesseranno tutta la struttura, dalle fondamenta al tetto con la completa riqualificazione anche di tutta l’impiantistica e l’adozione di un sistema di riscaldamento/raffrescamento basato su una pompa di calore. Sotto l’edificio c’è anche una galleria sotterranea che corre parallela alle mura e che sarà ripulita e resa accessibile.
L’assessore alla cultura Andrea Colasio sottolinea: “Iniziamo a mettere mano all’ex Macello di via Cornaro, una questione che stiamo affrontando da diversi anni e siamo molto determinati a far sì che quello spazio venga a caratterizzarsi come un luogo aperto alla cittadinanza, alle famiglie, ai bambini. Il primo impegno che avevamo preso come Giunta era quello di mettere a posto l’edificio ad “L” quello in prossimità del ponte, dietro alla Cattedrale e quindi abbiamo stanziato 568 mila euro, approvato già il progetto esecutivo e entro circa un anno e mezzo da oggi questo pregevole edificio verrà restituito in uso alla comunità. Vogliamo che questo sia il primo tassello di un percorso partecipativo e quell’edificio sicuramente diventerà “bene comune” quindi lo metteremo a disposizione di tutti quei gruppi di associazioni che declineranno una compiuta progettualità su quell’area che ha una antica tradizione. In particolare siamo accanto ad altri due edifici che raccolgono le migliaia di computer della storica collezione Piva. Lo spazio quindi diventerà il luogo dove sviluppare progettualità e sperimentare per la prima volta su un bene culturale cosa significa metterlo a disposizione delle realtà associative come bene comune”.