Primi effetti sul mercato immobiliare rilevati da Nomisma, Engel & Volkers e Scenari Immobiliari.
“Nel comparto residenziale, la variazione semestrale dei prezzi delle abitazioni delle principali città italiane è tornata positiva, seppure a un tasso vicino allo zero, soprattutto in alcuni territori come Milano, in cui la crescita economica è più marcata. Oggi, tuttavia, questo trend risulta condizionato” dall’emergenza Coronavirus, dice l’Ad di Nomisma Luca Dondi, sottolineando che “la riduzione delle richieste di mutuo e la disdetta di numerose locazioni brevi sono solo il preludio delle conseguenze che si manifesteranno nelle prossime settimane”. “Se da un lato, fino a poche settimane fa, abbiamo assistito a una costante crescita dei prezzi di vendita degli immobili a Milano, sostenuta da un’offerta di prodotto insufficiente a soddisfare la domanda, oggi, a causa del Coronavirus, prevediamo un impatto negativo sui prezzi e stiamo già assistendo a un calo della domanda”, rileva Roberto Magaglio, Licence Partner Engel & Völkers Milano. Mentre il direttore commerciale di Engel & Völkers Italia, Alberto Cogliati, avverte: “Prima che entrasse in vigore il decreto dell’8 marzo, avevamo notato un aumento del numero degli italiani interessati a investire in Italia piuttosto che all’estero. Oggi, invece, alla luce delle ultime disposizioni, anche gli investimenti nel nostro Paese risultano compromessi, viste le restrizioni che riguardano la circolazione in zone strategiche dell’Italia”. A Roma, viene evidenziato, si vive in uno stato di attesa rispetto all’evoluzione dell’emergenza, che sta portando la clientela a fare un passo indietro sulla compravendita di alcune tipologie di immobili in attesa che la situazione migliori. “Abbiamo riscontrato un interesse stabile da parte di famiglie o giovani coppie interessate all’acquisto della prima casa, in particolare di sostituzione, soprattutto nelle aree semi centrali, mentre sono calati gli investimenti su appartamenti di piccole dimensioni”, spiega Helio Cordeiro Teixeira, managing director market center Roma Engel & Völkers.
Chi lavora nell’immobiliare ha paura, sottolinea Mario Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari, e non solo del coronavirus. Non ci sono appuntamenti per vedere le case o gli uffici in vendita. Le locazioni brevi sono ferme e non si fanno prenotazioni per l’estate. Negozi chiusi e richieste di riduzione dei canoni di locazione. Le banche non rispondono al telefono, così come gli investitori esteri. Il governo, ma non è una novità, non considera degno di attenzione immobiliare ed edilizia. Che pure valgono quasi un quinto del pil nazionale. In questi giorni “cadono” i miei 45 anni di analisi e studio dell’immobiliare: tante crisi e tante riprese. E ogni volta ci sono stati cambiamenti importanti. Oggi non siamo in crisi. Se siamo ottimisti consideriamolo uno stop non voluto. Ma se siamo realisti dobbiamo pensare che, quando torneremo a lavorare e a darci la mano, diverse cose cambieranno. C’è stata un’accelerazione dello smartworking che porterà un cambiamento culturale e nel modo di lavorare nel terziario a più lungo termine. Si è avviato un processo di diversificazione e innovazione della catena logistica. Aumenterà la competizione nella grande distribuzione. Crescerà la domanda di immobili di alta qualità per offrire un ambiente di lavoro sicuro e salubre. Gli investimenti nella sanità e nelle cliniche diventeranno un asset class primario per gli investitori. Il turismo sarà veloce a riprendersi e si cercheranno case e alberghi che rispondono ai nuovi requisiti di sicurezza e qualità. Il più coinvolto nelle trasformazioni sarà il settore residenziale. Aver vissuto per settimane in case vecchie o senza balconi, cambierà le prospettive di investimento della famiglia. Piuttosto che il nuovo modello di suv, meglio una casa con una stanza in più. La domanda residenziale, che è sempre di lunga durata, crescerà e avrà bisogno di prodotti (nuovi o di recupero) adatti ai tempi. Le residenze specializzate per anziani o studenti andranno ripensate rapidamente sulla base delle esperienze di queste settimane. L’intera filiera dei servizi immobiliari è chiamata ad innovarsi sia dal punto di vista tecnologico che dei prodotti da offrire. Si chiederà sempre più attenzione alla qualità e alla sostenibilità. Aumenteranno i clienti, dato che sta finendo il “fai da te” nella gestione immobiliare. È probabile che, dal punto di vista quantitativo, tutti i mercati soffriranno nei prossimi mesi. Ma, dal punto di vista della qualità e dell’innovazione nel settore, ne avremo una forte spinta per la crescita. Coraggio e auguri a tutti noi!