Le prospettive globali restano favorevoli ma aumentano i rischi di politiche protezionistiche
Dopo il rallentamento osservato nel primo trimestre, le prospettive a breve termine dell’economia globale rimangono nel complesso favorevoli. Il commercio mondiale, pur continuando a espandersi, ha decelerato; è in aumento il rischio che gli scambi globali e l’attività delle imprese operanti sui mercati internazionali siano frenati dall’aggravarsi delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e i principali partner economici.
La BCE terminerà gli acquisti netti di titoli ma manterrà a lungo condizioni
Nell’area dell’euro la crescita prosegue, nonostante la decelerazione registrata negli ultimi mesi. Il Consiglio direttivo della BCE ha ritenuto che siano stati compiuti considerevoli progressi verso il raggiungimento di un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione verso livelli prossimi al 2 per cento nel medio periodo, ma che l’incertezza non si sia completamente dissipata. Di conseguenza prevede di interrompere a fine anno gli acquisti netti di titoli, ma di preservare un ampio grado di accomodamento monetario, mantenendo i tassi di interesse sugli attuali bassi livelli almeno fino a tutta l’estate del 2019, reinvestendo il capitale rimborsato dei titoli in scadenza e continuando a considerare il programma di acquisti tra gli strumenti disponibili.
In Italia l’attività ha continuato a espandersi, pur rallentando nel secondo trimestre
In Italia, secondo nostre stime, la crescita è proseguita, nonostante i segnali di rallentamento emersi nei mesi primaverili. Gli indicatori disponibili suggeriscono che nel secondo trimestre la produzione industriale sarebbe rimasta stazionaria, mentre l’attività nei servizi avrebbe continuato ad aumentare: nel complesso la dinamica del prodotto sarebbe stata attorno allo 0,2 per cento sul periodo precedente, con rischi al ribasso legati alla debolezza nella manifattura.
Le esportazioni risentono del commercio mondiale
In tutte le principali economie dell’area le esportazioni hanno risentito, all’inizio dell’anno, del rallentamento del commercio mondiale. In Italia, dopo il marcato rialzo osservato nel 2017, le vendite all’estero sono diminuite nel primo trimestre.
La disoccupazione giovanile è in graduale riduzione
L’occupazione ha raggiunto valori prossimi a quelli massimi dell’inizio del 2008. In primavera l’incremento ha interessato sia la componente a termine sia quella a tempo indeterminato. La disoccupazione complessiva è rimasta stabile; quella giovanile è in graduale calo. È proseguita la tendenza al rialzo dei salari, la cui dinamica però rimane ancora modesta.
I prezzi dell’energia hanno spinto al rialzo l’inflazione
L’inflazione è salita, portandosi in giugno all’1,5 per cento; vi ha contribuito l’aumento delle quotazioni dei beni energetici. Anche l’inflazione di fondo ha recuperato dopo la forte diminuzione registrata in aprile, ma resta allo 0,7 per cento in giugno.
Famiglie e imprese si attendono una dinamica dei prezzi ancora moderata nell’anno e meno accentuata rispetto alle valutazioni prevalenti nel marzo scorso.
L’andamento del credito alle imprese si conferma positivo
È proseguito l’aumento dei prestiti alle imprese, favorito, oltre che da condizioni di offerta distese e costi di finanziamento contenuti, dal buon andamento degli investimenti. La dinamica dei prestiti alle famiglie si è mantenuta solida, sia per l’acquisto di abitazioni sia per il credito al consumo. L’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti erogati dalle banche ha continuato a diminuire.
La volatilità sui mercati finanziari è aumentata
Negli ultimi giorni di maggio e nei primi di giugno si è fortemente accentuata la volatilità sui mercati finanziari del nostro paese, in connessione con l’incertezza sulla formazione del nuovo Governo: i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono aumentati, anche per le scadenze più brevi, e sono scesi i corsi di borsa, in particolare nel comparto bancario. Le tensioni sono state parzialmente riassorbite a partire dalla seconda settimana di giugno: i rendimenti a breve si sono ridotti in misura marcata; i premi per il rischio sovrano dell’Italia sulla durata decennale sono diminuiti di 48 punti base rispetto al momento di maggiore tensione, ma restano 111 punti al di sopra dei livelli registrati alla metà di maggio.
Le proiezioni per l’Italia incorporano una prosecuzione della crescita
Secondo le proiezioni macroeconomiche presentate in questo Bollettino, la crescita proseguirebbe nel prossimo triennio, anche se il suo ritmo risentirebbe in prospettiva dei più elevati prezzi del greggio. Sulla base dei dati annuali (non corretti per il numero di giornate lavorative), il PIL aumenterebbe dell’1,3 per cento quest’anno, dell’1,0 il prossimo e dell’1,2 nel 2020. Nel triennio l’inflazione, pur rimanendo lievemente inferiore a quella del complesso dell’area dell’euro, risalirebbe con gradualità anche nella componente di fondo; toccherebbe l’1,5 per cento nel 2020, nell’ipotesi che prosegua il miglioramento delle aspettative e che ciò si traduca in una progressiva ripresa delle retribuzioni nominali.
Questo scenario presuppone un contesto globale favorevole, condizioni di offerta del credito distese e un assetto monetario ampiamente espansivo che incorpora le decisioni di politica monetaria adottate dal Consiglio direttivo della BCE. Esso tiene conto delle misure di bilancio già approvate, mentre non include alcun provvedimento che non sia ancora definito con un sufficiente grado di dettaglio né presente nella legislazione. Ne discende un quadro dei conti pubblici compatibile con una graduale riduzione del rapporto tra il debito e il prodotto.
Rischi derivano soprattutto dall’evoluzione del commercio mondiale
I rischi per l’attività economica derivano in larga parte da un’accentuazione dell’orientamento protezionistico nelle principali aree economiche. Potrebbero aversi ripercussioni negative sulla domanda globale non solo mediante l’effetto diretto sugli scambi commerciali, ma anche attraverso la fiducia e i piani di investimento delle imprese. Aumenti repentini della volatilità sui mercati finanziari, in connessione con un riaccendersi dell’incertezza sulle politiche economiche, potrebbero ripercuotersi sul costo del finanziamento di famiglie e imprese. Sul mercato italiano il permanere di condizioni finanziarie favorevoli presuppone prospettive credibili di aggiustamento dei conti pubblici e di sostegno del potenziale di crescita di lungo periodo. Riguardo all’inflazione, rischi al ribasso deriverebbero dall’eventualità di una più debole attività economica; rischi al rialzo potrebbero invece provenire da nuovi aumenti delle quotazioni delle materie prime energetiche, che all’inizio di luglio hanno toccato i livelli massimi dalla fine del 2014.