I grandi rinnovamenti urbani attingono alle aspirazioni dei cittadini, le esprimono e danno loro spazio per viverle. In tal modo cambia spesso il modo in cui una città viene percepita dal mondo o il modo in cui le persone di una città percepiscono se stesse.
L’arte pubblica e la cultura svolgono un ruolo significativo in questo processo e dovrebbero diventare parte di tutti i progetti di rigenerazione urbana di riferimento.
Per questo motivo Lendlease, gruppo internazionale di urban regeneration, e Risanamento, società italiana di riqualificazione e di sviluppo immobiliare, entrambi partner nello sviluppo di Milano Santa Giulia hanno commissionato a Francesco Jodice un racconto urbano ove esplorare scorci di un quartiere della città, Rogoredo Santa Giulia, rivelando storie di volti e di relazioni quotidiane all’interno di un paesaggio umano e urbano in mutamento. L’iniziativa è stata realizzata grazie al contributo di Sky, azienda parte della comunità di Rogoredo che da anni partecipa e promuove iniziative culturali sul territorio, la quale attraverso Sky Arte ne ha co-curato la direzione artistica con ArtsFor.
Il progetto denominato “Qui.” sarà inaugurato sabato 14 dicembre alla presenza dell’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno, e dell’artista Francesco Jodice. L’iniziativa vuole riscoprire l’evoluzione e valorizzare l’identità dei quartieri di Rogoredo e Milano Santa Giulia, in un momento di grande trasformazione.
“In questo progetto abbiamo voluto ripensare la funzione della cesata di un cantiere, trasformandola da barriera di divisione tra il cantiere (quello che sarà) e il quartiere (quello che c’è), rendendola uno specchio dove la società e la comunità si possano riflettere, un progetto di coinvolgimento attivo di vari attori sociali che diventi una cerniera tra due quartieri, con due storie diverse ma ora sempre più legati e connessi”, dice Micol Gardoni, Communications Manager di Lendlease. “Le espressioni creative elevano la nostra immaginazione e trasformano il nostro quadro visivo, permettendoci di vedere in un modo nuovo la nostra città, il nostro quartiere e la nostra vita. Questo quello che ci auguriamo che queste fotografie possano fare: arricchire questo luogo per le persone.”
Le sessanta fotografie diverranno un’installazione urbana di oltre 300 metri, un ititnerario pubblico sulle cesate del cantiere di Spark One, il primo dei due building ad uso uffici, ideato dalla società di progettazione integrata Progetto CMR, ad essere edificato nel nuovo business district che sta prendendo forma nella zona sud di Milano Santa Giulia e che diventerà una delle aree terziarie più grandi della città di Milano.
“Qui.”
“Qui.” è una narrazione visiva del paesaggio fisico e sociale del territorio di Milano Santa Giulia-Rogoredo, ricostruita e interpretata dall’artista Francesco Jodice con il coinvolgimento diretto dei cittadini che negli scorsi mesi hanno incontrato l’artista e messo a disposizione le proprie abitazioni, i propri racconti, le proprie testimonianze.
Saranno circa sessanta le fotografie di grande formato che andranno a comporre il grande allestimento urbano che darà visibilità al progetto personalizzando le cesate del cantiere di Spark One che nei prossimi anni coinvolgerà il quartiere, restituendo le storie dei suoi cittadini agli abitanti e ai “visitatori” dello stesso. Le immagini si dividono in sei sequenze che alternano esterni (le architetture) agli interni (salotti e sale da pranzo), i ritratti di gruppo (ritratti di classe, di squadra) a quelli individuali (ritratti ambientati), i dettagli (i citofoni come rappresentazione della diversità presente nel quartiere) alle super-visioni d’insieme (ancora le grandi panoramiche del quartiere), svilendo l’importanza della “pagina singola”, le singole fotografie, ed esaltando il “romanzo”, ossia la lettura del progetto fotografico lungo le cesate come un tutt’uno.
“Qui.” è una mostra a cielo aperto, un racconto vivo che diventa un momento di condivisione con la città, un itinerario pubblico che consente di esplorarne le diverse pagine ai residenti, ai cittadini, ai lavoratori o a chi avrà occasione di passare lungo le cesate del cantiere.
Le stampe fotografiche sono immaginate come delle finestre sul quartiere (alcune raggiungono la lunghezza di 7 metri) e sono affiancate le une alle altre per una lunghezza totale che supera i 300 metri. Nell’intento di Jodice “il visitatore di questa mostra di quartiere non dovrebbe soffermarsi sulle singole immagini quanto piuttosto passeggiare con esse, seguire la mostra-filamento nella sua interezza e guardarla nell’insieme come una narrazione urbana, un racconto per immagini che parla del quartiere e si dispiega lungo di esso più o meno come le narrazioni storiche che si realizzavano per le colonne celebrative o le sequenze di fregi e metope sui frontoni dei templi. In quei casi si celebravano retoricamente vittorie e successi di re, imperatori e condottieri invece nel mio progetto si celebra il rito della normalità e della quotidianità della vita di un quartiere di Milano.”
Un progetto di impatto sociale
“Qui.” è un prezioso progetto culturale e sociale partecipato non solo nella realizzazione del percorso espositivo urbano e nel coinvolgimento dei residenti come protagonisti degli scatti fotografici, ma anche nei momenti di confronto e di dialogo, grazie alla collaborazione con il Municipio, le Associazioni del territorio e l’Istituto Sperimentale Superiore ITSOS Albe Steiner.
Inizialmente, Francesco Jodice ha tenuto alcune lezioni gratuite presso l’Istituto Sperimentale ITSOS Albe Steiner di Rogoredo e ha poi coinvolto alcuni studenti selezionati che lo hanno accompagnato sul campo.
In particolare, gli studenti degli ultimi due anni dei corsi di fotografia e cinema sono stati coinvolti in vari laboratori, commissionando loro ricerche fotografiche e autoriali che al termine verranno valutate e, nel caso, messe in evidenza nel progetto fotografico che verrà allestito. L’obiettivo è trasmettere l’idea che la pratica dell’arte e della fotografia è anche una poetica civile che ha la possibilità e la responsabilità di restituire qualcosa al territorio, anche se solo in forma di know-how.
Il progetto ha inoltre visto la partecipazione attiva di molte associazioni del territorio, che hanno messo a disposizione il loro network e hanno aiutato il fotografo nell’identificazione dei luoghi chiave di questi due quartieri e nelle relazioni con le persone.
Rogoredo e Milano Santa Giulia
Rogoredo è uno storico quartiere che ha visto dal dopoguerra ad oggi numerosi cambiamenti, a cui si affianca oggi quello di Milano Santa Giulia di più recente formazione. Rogoredo, collegata a Milano dalla tranvia a vapore Milano-Lodi fin dalla fine dell’800 è stata teatro di un processo di industrializzazione vivace e duraturo: dalla produzione dell’acciaio con le acciaierie Radaelli e diversi insediamenti nel settore chimico fino alla Montecatini Montedison (1941) che si avvantaggiavano dello scalo merci della stazione situata sulla linea ferroviaria che da Milano portava a Pavia e Piacenza. L’aggregato della popolazione nel centro urbano era dovuto soprattutto a questo sviluppo industriale.
Con l’espansione successiva di Milano si potenziò continuamente negli anni la mobilità fino all’inserimento del Comune nella rete urbana milanese arretrando il capolinea da Porta Romana a piazzale Corvetto. Da allora in poi l’integrazione è proseguita senza sosta fino alla linea 3 della metropolitana (1991) le cui strutture, nonostante il nome di San Donato, rientrano a tutti gli effetti nel quartiere di Rogoredo.
Questo, insieme all’ampliamento della stazione ferroviaria per il passante ferroviario e la linea dell’alta velocità, hanno fatto sì che Rogoredo diventasse uno snodo metropolitano rilevante di interscambio nell’area Sud di Milano, con molti pendolari che ogni giorno si spostano in città provenendo da altre aree e anche fuori provincia (Pavia, Piacenza, Lodi etc).
Oggi il passato industriale rimane nei ricordi della popolazione, in un quartiere in continuo cambiamento dove sulle ex aree industriali di Montedison e Radaelli è in fase di realizzazione il nuovo quartiere di Milano Santa Giulia: a Sud sorgerà un importante business district accanto all’attuale sede di Sky e nell’area a Nord un quartiere a uso misto dove verrà edificata, tra l’altro, la nuova Arena che ospiterà alcune gare dei giochi olimpici del 2026. Dell’impianto industriale Redaelli rimane solo un edificio, il Laboratorio di Analisi Chimiche, costruzione a forma di semicerchio destinata nei nuovi progetti ad ospitare il Conservatorio di Milano. Una continua trasformazione quindi dei luoghi e degli insediamenti della popolazione che testimoniano la continua evoluzione, oggi verso un polo terziario e residenziale avanzato con multipli servizi. Va ricordato a questo proposito che Rogoredo è stato il primo quartiere cablato della città, con i primi cavi in fibra ottica già installati a titolo sperimentale dal 2000.
Francesco Jodice
È un artista e fotografo italiano. Nato a Napoli nel 1967, oggi vive e lavora a Milano. Laureato in architettura nel 1996, insieme ad altri architetti e artisti ha co-fondato il network internazionale Multiplicity e Zapruder. Insegna al Biennio di Arti Visive e Studi Curatoriali alla Fondazione Fotografia Modena e al Master in Photography and Visual Design presso NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.
Nel corso degli anni ha esposto al Castello di Rivoli (Torino), alla Tate Modern (Londra) e al Prado (Madrid), ed ha partecipato a grandi mostre collettive come Documenta, la Biennale di Venezia, la Biennale di São Paulo e la Triennale dell’ICP di New York.
La sua ricerca artistica indaga i mutamenti del paesaggio sociale contemporaneo, con particolare attenzione ai fenomeni di antropologia urbana e alla produzione di nuovi processi di partecipazione.
Nello specifico, i suoi progetti mirano alla costruzione di un terreno comune tra arte e geopolitica, proponendo la pratica artistica come poetica civile.
I partner
Il progetto è di Lendlease e Risanamento, con il patrocinio del Comune di Milano, è stato curato da ArtsFor con la media partnership di Sky Arte.