Presentato questa mattina nella chiesa romana di Santa Maria in Vallicella detta anche “Chiesa Nuova”, proprietà del Fondo edifici di culto (Fec), il restauro appena ultimato della cupola ideata e affrescata da Pietro da Cortona, pittore e architetto seicentesco tra i più importanti esponenti del barocco romano.
Alla cerimonia sono intervenuti il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il Soprintendente speciale Daniela Porro e il Preposito della Congregazione oratoriana di Roma, padre Rocco Camillò. Presenti, tra gli altri, anche il Cardinale Giovanni Battista Re e il Capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno, Laura Lega.
Prima di intervenire all’evento i ministri Piantedosi e Sangiuliano hanno visitato il cantiere del restauro – curato dalla Soprintendenza speciale di Roma Archeologia, Belle Arti e Paesaggio -, allestito a oltre 40 metri di altezza per consentire al pool di specialisti, guidati dall’architetto Alessandra Fassio, di entrare a contatto diretto con le superfici e gli stucchi della cupola.
«Siamo orgogliosi dell’impegno e della passione che funzionari delle Soprintendenze e del Fondo edifici di culto del Viminale pongono nel preservare e tutelare beni dall’immenso valore storico ed artistico», ha detto il titolare del Viminale, osservando che «il restauro della cupola di Santa Maria in Vallicella, con lo splendido dipinto di Pietro da Cortona, curato dalla Soprintendenza Speciale con il finanziamento del Ministero dell’Interno, ne è la piena testimonianza». «Proseguiremo lungo questa strada per conservare, valorizzare e fare scoprire ai cittadini un patrimonio inestimabile costituito dagli edifici di culto di proprietà dello Stato e dalle opere d’arte che vi sono custodite», ha affermato ancora il Ministro Piantedosi.
«Il patrimonio religioso è parte del patrimonio identitario della Nazione ed è nostro dovere prendercene cura. Siamo impegnati in tanti interventi che prevedono il restauro e la valorizzazione di abbazie, monasteri e chiese. Il filosofo Benedetto Croce spiega bene nel saggio ‘Perché non possiamo non dirci cristiani’ la connessione storica tra la Nazione italiana e il suo essere cristiana», ha dichiarato a sua volta il Ministro Sangiuliano.
«L’importante intervento di restauro», ha osservato a proposito dei lavori il Soprintendente speciale Porro, «testimonia in modo esemplare l’azione volta alla conservazione di una storia che appartiene a tutti e che continua a destare meraviglia. In questi anni, al fianco del Fondo edifici di culto e con la Congregazione oratoriana, è stato condotto un lavoro mirabile che restituisce alla collettività uno dei capolavori di Pietro da Cortona».
Il restauro
L’intervento di restauro ha riguardato, per la prima volta dopo il precedente avvenuto nel 1893, le architetture e gli apparati decorativi. A rendere unico il progetto, l’utilizzo di strategie a basso impatto ambientale ed ecosostenibili dal punto di vista della tecnologia utilizzata, oltre all’impiego di un elevatore di servizio che ha ampliato le possibilità di salita al cantiere in totale sicurezza.
I lavori sugli affreschi di Pietro da Cortona hanno costituito l’ultimo segmento, in ordine di tempo, del progetto complessivo che ha riguardato anche i cantieri per la messa in sicurezza della volta e delle pavimentazioni della Cappella Spada, la messa in sicurezza della cappella della Presentazione, la parziale revisione delle coperture con l’installazione del sistema linea vita e la messa in sicurezza della stessa cupola, compresi i quattro pennacchi e le decorazioni a stucco.
La fase di restauro si è conclusa con la predisposizione di un sistema di illuminazione che ha anche la funzione di valorizzare l’edificio sacro, risalente al VI secolo e successivamente legato alla figura di San Filippo Neri e alla sua Congregazione dell’oratorio, cui papa Gregorio XIII assegnò l’antica chiesa, di seguito ricostruita perché cadente e per questo “ribattezzata” Chiesa Nuova.
I restauri finora effettuati sono stati finanziati dal Fec, che è gestito dal ministero dell’Interno, con fondi ordinari per 1 milione e 600mila euro.
Lo stesso Fondo edifici di culto ha già stanziato, inoltre, ulteriori 3 milioni a valere sul fondo per il rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e lo sviluppo del Paese (legge n.160/2019), destinati a finanziare la completa messa in sicurezza della chiesa e a valorizzare le opere presenti al suo interno, tra le quali l’immagine venerata dai fedeli della Madonna della Vallicella, risalente al XIV secolo.