“Un milione di firme per fermare il consumo e arginare il degrado del suolo: è l’obiettivo della ECI – Iniziativa dei Cittadini Europei ‘People4soil’, presentata oggi a Torino dal palco di Terra Madre (l’evento globale dedicato al cibo buono, pulito e giusto) per ottenere una efficace legislazione comunitaria per la tutela del suolo.
In Italia la raccolta firme sarà parte della campagna SALVAILSUOLO, promossa da una task force di associazioni che per 12 mesi collaboreranno per sostenere l’iniziativa dei cittadini europei (ECI): ACLI, Coldiretti, FAI Fondo Ambiente Italiano, INU, Legambiente, Lipu, Slow Food, WWF, organizzeranno iniziative insieme al più vasto coordinamento italiano degli aderenti alla ECI, che comprende complessivamente 80 realtà fra associazioni ambientaliste, ONG di cooperazione, forum per il paesaggio, società e istituzioni scientifiche, associazioni cristiane di impegno sociale, organizzazioni di produttori agricoli e di consumatori biologici e perfino associazioni venatorie e ricreative.
“Le firme dei cittadini serviranno a trasformare una sensibilità sempre più diffusa sul suolo come risorsa rinnovabile e bene comune in un tema dell’agenda parlamentare europea – affermano in una dichiarazione congiunta i rappresentanti delle organizzazioni della task force –. La sfida è duplice: imporre ai politici europei una corretta pratica di ascolto dei cittadini, e fare in modo che le istituzioni europee riprendano in mano la bussola delle politiche ambientali. Le nostre organizzazioni da sempre richiamano i cittadini e le amministrazioni pubbliche alla loro responsabilità di custodi del territorio e delle sue risorse, ma questa consapevolezza non basta:
occorrono anche regole e incentivi per riconoscere e premiare i comportamenti responsabili, come il riuso e la rigenerazione urbana, e sanzionare quelli speculativi. Queste regole devono essere comuni e condivise nella comunità degli Stati europei, per evitare dumping e forme di concorrenza sleale”.
Un primo risultato la ECI People4soil lo ha già raggiunto con il gran numero di soggetti della società civile che hanno deciso di sostenere l’iniziativa europea: sono 350 le organizzazioni che hanno aderito alla rete in 26 Stati membri . Un risultato che rappresenta anche un potente messaggio, perché la tutela del suolo riguarda tutti.
Tutelare il suolo vuol dire proteggere il paesaggio, la biodiversità e i servizi fondamentali per il nostro benessere che dipendono da un suolo in buona salute. Il fatto che l’UE non abbia ancora una legislazione per arginare il consumo e il degrado di suolo contraddice la centralità che, fin dall’origine, il progetto comunitario europeo ha assegnato alla sicurezza e alla sovranità alimentare, da attuare garantendo il lavoro agricolo e l’accesso alla buona terra come presupposti per il benessere e la convivenza pacifica dei popoli europei.
I suoli europei non bastano più da tempo a coprire i fabbisogni alimentari della popolazione dei Paesi membri. Per questo decine di milioni di ettari in ogni parte del Pianeta sono sfruttati intensivamente per il mercato europeo, talvolta dopo aver costretto le comunità rurali di questi Paesi a esodi forzati. Allo stesso tempo però l’Europa perde suolo: per il solo effetto della crescita di urbanizzazioni e infrastrutture, nell’ultimo cinquantennio la EU ha perso una estensione di suolo agricolo di superficie pari a quella dell’intera Ungheria.
Ma il suolo è anche molto altro: i suoli europei intrappolano una quantità di carbonio immensa, che equivale ad oltre 40 volte la CO2 emessa annualmente da trasporti, settore civile, industria. Il suolo è la culla della biodiversità terrestre e depura le acque, le assorbe e trattiene, svolgendo un ruolo fondamentale nella corretta gestione della risorsa idrica e nella prevenzione dei danni delle alluvioni.
Proprio per questo appare anacronistico che l’Europa non si sia ancora dotata di alcuna norma comune per la protezione della risorsa suolo, né di un programma di obiettivi vincolanti e di parametri per prevenire e contrastare gli inquinamenti, l’erosione, il degrado di una risorsa molto vulnerabile. Nell’Europa a 28 il consumo di suolo è legato a crescita disordinata di edifici, cave, infrastrutture: negli anni 2000 il consumo è aumentato al ritmo di 100.000 ettari ogni anno (una superficie equivalente a quella di una città come Roma).
La rete europea per People4soil si è costituita grazie a due anni di capillare lavoro a contatto con le reti associative europee, sostenuto dal contributo di Fondazione Cariplo. La ECI, nel sistema europeo di regole per la partecipazione dei cittadini, è un processo di cui sono promotori i firmatari, ovvero i cittadini europei maggiorenni, ed è rivolta alla Commissione Europea, a cui è richiesto di attivarsi per definire un testo legislativo. La petizione si firma anche online: per i cittadini italiani sul sito www.salvailsuolo.it su cui sarà possibile aderire fornendo i propri dati anagrafici.